In Malattia di Meniére

L’ecog è una tecnica utilizzata per una analisi elettrofisiologica di tipo periferico della coclea e del nervo cocleare. Lo scopo principale è la diagnosi della malattia di Ménière, attraverso l’idrope endolinfatica, ma può anche dare delle indicazioni nella fistola della perilinfa  e nella deiscenza del canale superiore.

Il comune denominatore che unisce queste patologie è lo squilibrio pressorio  tra compartimento endolinfatico e perilinfatico dell’orecchio interno. Può trovare tuttavia indicazione in soggetti sordi con coclea normale, come nella neuropatia uditiva, (Santarelli-Arslan 2002) con microfonici cocleari normali, otoemissioni acustiche presenti, ma con destrutturazione dell’ABR, così pure in altri disturbi, in cui la coclea viene preservata, ma il nervo uditivo è danneggiato (Yokoyama,Nishida et al,1999).

Mediante l’ecog, è possibile sopperire ad alcune carenze dell’ABR,  nell’intepretazione di patologie a carico del nervo acustico e nella valutazione di perdite uditive sulle frequenze acute.

APPLICAZIONI DELL’ECOG NELLA DIAGNOSI DEI TUMORI DELL’ANGOLO PONTO CEREBELLARE

Il ruolo dell’ecogh si evidenzia principalmente nelle seguenti due circostanze:

  • Per assenza di ABR (nel 20% di neurinomi dell’acustico)
  • Per un ritardo dell’onda V, la cui stima è resa impossibile dall’assenza o dalla scarsa definizione dell’onda I (nel 15% dei casi di neurinomi dell’acustico).

Nel primo caso si registra spesso una risposta all’ecog, nel secondo caso (onda V ritardata e onda I assente), l’ecog fornisce sempre una risposta precisa, nella quale la latenza si può sempre misurare con accuratezza, e quindi eseguire  il calcolo dell’intervallo tra l’onda N1 dell’ecog e l’onda V dell’ABR.

Tale intervallo non supera i  4,5  ms nel caso di danni periferici, mentre è superiore nella maggior parte dei neurinomi dell’acustico.

Ricordo che la soglia dell’onda V è correlata significamente con la soglia tonale a 2 e 4 KHz, anche se alla formazione dell’ABR contribuiscono in misura minore porzioni di coclea deputate alla trasduzione delle frequenze medio gravi (0,5-1KHz).

Nella ipoacusia neurosensoriale, causata da lesione delle cellule ciliate dell’organo del Corti, più spesso con perdita per le frequenze acute  oppure  pantonali o in salita sui toni acuti, limitatamente  alla malattia di Ménière, indipendentemente dal profilo audiometrico, le lesioni cocleari sono caratterizzate da un fenomeno di recruitment, per cui con una stimolazione massimale a 90 dB HL, a patto che la soglia a 2-4 KHz non sia superiore a 70-80dB, si possono ottenere ABR definite in tutte le componenti, con latenze ed intervalli interpicco molto simili ai soggetti normali.

Nei casi in cui non è possibile evocare nessuna componente ABR, alla massima intensità di stimolazione, in genere superiore a 40-50 dB per i 500 Hz, 70-80 dB a 1000KHz, 80-90 a 2000-4000KHz, è possibile ottenere un Potenziale di Azione (PA) con l’ecogh.

E’ ovvio che risulta complessa la relazione tra ipoacusia neurosensoriale e PA.

E’ altrettanto chiaro che una lesione delle zone basali della coclea, con una ipoacusia per i toni acuti, può provocare  un aumento della latenza del PA, anche se come osservato nei casi di malattia di  Menière,  il PA mantiene una latenza stabile che non aumenta anche riducendo l’intensità entro certi limiti, espressione quindi di un “recruitment elettrococleografico”.

Infine l’ecog permette una valutazione precisa  e strettamente monaurale della periferia uditiva e ciò è d’importanza fondamentale  nelle ipoacusie infantili per la prescrizione di  una perfetta amplificazione.

APPLICAZIONE DELL’ECOG NELLA VALUTAZIONE DELLA SOGLIA.

La valutazione obiettiva della soglia dell’organo periferico è di particolare interesse nel bambino.

Il guadagno della protesi è correlato alla soglia del PA, così come  l’uscita massima e la necessità di una compressione è legata alla presenza di recruitment (Arslan et al 1983).

Pur tuttavia, l’utilizzo estensivo dell’ABR, per il rilievo di soglia in audiologia infantile, ha modificato sostanzialmente l’impiego dell’ecog, riducendone le indicazioni.

Tra ABR ed Ecogh in effetti non esistono sostanziali differenze nelle informazioni cliniche ottenibili, mentre ve ne sono d’ordine metodologico, che implicano un diverso utilizzo e diversi gradi di attendibilità clinica delle due indagini.

La prima differenza è data dalla semplicità di esecuzione dell’ABR.

L’ecog con ago intratimpanico, che utilizza una registrazione “near field”, dà un PA più affidabile rispetto a  quella “far field” dell’onda V, e viene quindi riservata nei casi in cui vi sia una identificazione errata dell’onda V.

Da sottolineare che, una componente trasmissiva legata ad una otite sierosa durante la registrazione dell’ABR o dell’Ecgh,  può attenuare lo stimolo, riducendone l’efficacia della stimolazione. Pur tuttavia non ne  inficia la risposta,anche se il tracciato appare spostato a destra , con latenze interpicco invariate.

Da non trascurare che la presenza di una V dubbia, per una alterata elettrogenesi (Arslan et.al 1985)legata ad una possibile lesione delle vie uditive centrali,impone come strategia decisionale il ricorso all’ecog.

E quindi in questi casi in cui l’ecog è normale e l’ABR assente, si può rischiare di protesizzare un bambino normoudente.

In conclusione, l’ecog occupa uno spazio importante nella diagnostica audiologica infantile,ed è una metodica di seconda scelta nella misura in cui si continua a fare la intratimpanica.
Personalmente ritengo che la metodica utilizzata da noi con il TM-Wick, ci permette di ottenere tracciati abbastanza affidabili e sovrapponibili  a quella intratimpanica,nella quale è necessaria l’anestesia generale, con dispendio di risorse ed energie non indifferenti.

Cenni storici

I primi studi furono fatti da Wever and Bray nel 1930 con la registrazione del potenziale microfonico.

Adrian nel 1931, dimostra che il potenziale microfonico origina dalla coclea.

Davis-Tasaki 1934: vengono registrate altre componenti della risposta potenziale neurale.

Goldstein and Kiang 1954- Dallos and Cheatam 1976: ne viene indagata l’origine.

Fromm 1935-Periman and Case 1941:prime registrazioni dal promontorio e dalla finestra rotonda nell’uomo attraverso perforazioni timpaniche o nel corso della chirurgia otologica.

Lempert 1950: introduzione e validazione della tecnica transtimpanica.

Portman and Aran1971: utilizzo della stima obiettiva in audiologia infantile.

 

COSA E’ CAMBIATO NEGLI ANNI:

A partire dagli anni 70 l’ABR ha sostituito la registrazione dell’ecog, nella stima di soglia  in audiologia infantile per le sue elevate caratteristiche di affidabilità, non invasività, ed assenza del ricorso in anestesia generale.

Nello stesso periodo, la scoperta dell’aumento dell’ampiezza del potenziale di sommazione nella malattia di Menière(Yoshie 1973,Eggermont 1974)suggeriva l’inclusione dell’ecog nel protocollo diagnostico di questo disordine.

A partire dagli anni 90, si è riaffermato l’interesse per la registrazione ecog nella diagnosi dei disordini uditivi periferici, di nuove patologie (neuropatie uditive).

Fondamentalmente due sono le tecniche: l’intratimpanica e la peritimpanica TM WICH

Come si può notare da questa immagine, esiste una diversità di tecnica, ma a differenza delle valutazioni fatte in passato, sulla sensibilità ed ampiezza delle risposte, si può affermare che le risposte sono perfettamente sovrapponili, con vantaggi non indifferenti, quali la brevità d’esecuzione,e la modesta anestesia locale in alcuni soggetti, con indubbio minore dispendio economico della spesa nella struttura pubblica.

La tecnica transtimpanica viene ancora utizzata in Europa,mentre in America è utilizzata in casi sporadici.

Facendo una comparazione tra due diversi elettrodi, si può notare come le due risposte siano sovrapponibili,mentre è notevolmente ridotta usando l’extra–timpanico dorato.

Si  noti che il valore di AP che utilizza l’ago transtyimpanic è  6700 nVolt(nano volt) rispetto a un valore di 1596.46 per la Tim Wck e di 62.44  per un elettrodo nel canale.

Il fattore importante è che il valore della latenza è costante,mentre ritardato di 0,8-0,9 ms con l’extratimpanico.

L’elettrodo nella TM Wick, ha un terminale caratterizzato da un batuffolo di cotone, quindi non traumatico, che va posizionato preferibilmente sul quadrante postero inferiore della membrana timpanica. I rinforzi fatti lungo l’elettrodo, servono ad evitare che si fletta durante l’applicazione nel condotto uditivo, prima del posizionamento sulla membrana timpanica.

L’unico inconveniente di questa metodica è il costo del TM Wick che è fra l’altro mono uso.

Ormai, come detto, di rado vengono usati i trans-timpanici,a meno che il paziente non presenti una perforazione timpanica,oppure durante interventi etc.

TECNICA ECoG

La stimolazione che si effettua, dipende dall’obiettivo dell’esame:

si utilizzerà un click se s’intende precisare la latenza della risposta cocleare .La durata del segnale elettrico è in genere di 0,1 ms così da ottenere uno spettro largo tale da coprire l’intero campo audiometrico.

Oppure un tone burst se vogliamo analizzare il potenziale di sommazione(SP).

Quest’ultimo è lo stimolo ideale per differenziare l’SP dal potenziale  d’azione(AP).Con questa stimolazione, l’AP si mantiene solo nella fase iniziale,cioè essenzialmente durante il tempo di salita(all’incirca 1 ms) Solo SP persiste a durate maggiori perché non presenta fenomeni d’adattamento.

Patologico se >6 microvolt

 

Tutte le stimolazioni sono in genere a polarità alternata,cosa che rende possibile la riduzione del MC nonchè artefatti .

L’ecoghsi caratterizza per la presenza di un complesso di onde: 3 positive e 2 negative.

IL POTENZIALE D’AZIONE DEL NERVO ACUSTICO (AP),HA DUE O PIU’ PICCHI DENOMINATI N1,N2 E COSI’ VIA. OGNI PICCO DURA CIRCA 1 ms. :

PER ORECCHI NORMALI, N1 E’ IL PICCO PIU’ AMPIO.

I POTENZIALI PRELEVATI CON L’ECOGH SONO:

1 MICROFONICO COCLEARE(CM):

è un potenziale generato dalle cellule del Corti proporzionale alla eccitazione della cellula,legato ad una interazione tra ciglia e  membrana tectoria.

Quando evocato da un click, è rappresentato da una serie di oscillazioni ad alta frequenza (1500-3000Hz) che riproducono la vibrazione della membrana basilare.Appare come una serie di oscillazioni sinusoidali,tipicamente di circa 3 KHz sulla cresta principale del picco N1.

Rappresenta l’attività elettrica della cellula acustica, quando questa viene sottoposta alla stimolazione sonora(effetto di trasduttore meccanico elettrico), ed è la componente relativa di una ristretta area della membrana basilare del giro basale, prossimo alla finestra rotonda.

In nessun modo il MC può essere utilizzato come indicatore audiometrico della funzionalità della periferia uditiva.

SI RITIENE CHE ESSO SIA GENERATO FONDAMENTALMENTE DALLE CELLULE CILIATE ESTERNE.

La sua ricerca è indicativa di un danno alle cell.ciliate esterne, convalidato dai prodotti di distorsione.

2 POTENZIALE DI SOMMAZIONE (PS):

è un potenziale continuo,a polarità negativa, di durata corrispondente alla vibrazione della partizione cocleare.

E’ UNA VIBRAZIONE NON LINEARE DELLA MEMBRANA BASILARE,prodotta dalla differenza di pressione tra la scala timpanica e scala vestibolare durante la stimolazione sonora.E’ un potenziale di recettore generato dalla cellule del Corti.

Viene generato dall’attività delle cellule ciliate interne, ed appare  come una deflessione rapida che si  inscrive nella parte iniziale della risposta neurale, alle elevate intensità di stimolazione.

Ha una soglia attorno a 80 dB SPL,ed appare come una gobba sulla parte discendente PA-N1.

Tale potenziale emerge per tutta la durata dello stimolo.

LA SUA PRESENZA NON ESCLUDE SORDITA’ GRAVI.

3 POTENZIALE D’AZIONE

Il PA rappresenta il potenziale su cui si basa la diagnosi elettrococleografica.

Rappresenta la somma dei potenziali d’azione delle singole fibre neurali dell’VIII nervo cranico che innervano la porzione basale della partizione cocleare, e quindi della forma delle onde prodotte dagli spikes delle singole fibre..

Di solito emerge in maniera più netta se lo stimolo sonoro è di breve durata.E’ rappresentativo del maggior numero di componenti frequenziali che si ottiene con un CLICK(latenza uguale alla I° onda dell’ABR ridotta di 0,2 ms)oppure con un TONE BURST a 500-1000 Hz.Può essere utile negli ABR destrutturati con assenza della I°onda per il calcolo delle latenze.

A 95 dB HL, le nostre latenze N1 variano generalmente da 1,3  a 1,7 ms con una media di circa 1,5 ms.

Le ampiezze dell’AP vanno da 0,6 a 2,7 microvolt, con una media di 1,4 microvolt.

Le ampiezze di SP normali,vanno da 0,1 a 0,8 microvolt con una media di 0,4 microvolt.

SOGGETTO CON NEURINOMA DELL’VIII DX,IN ALTO A DX, E’ POSSIBILE NONOSTANTE LA GRAVE PERDITA UDITIVA PER I TONI ACUTI,CALCOLARE L’INTERVALLO INTERPICCO I-V.

L’ampiezza dell’AP è proporzionale all’intensità dello stimolo.

Insensibilità alla polarità dello stimolo sonoro.

La comparsa è inversamente proporzionale all’intensità dello stimolo. La diminuzione d’ampiezza ed aumento di latenza, sono in rapporto alla cadenza di stimolazione, durata complessiva di 2,5 ms a 120dB SPL.

Con il click è possibile elicitare in maniera sincrona il maggior numero di fibre neurali possibili.

In pratica il PA del nervo acustico, è la somma delle onde prodotte dagli spikes delle singole fibre del nervo acustico, scatenate dal passaggio dell’onda cocleare.

Così gli spikes delle fibre basali (ad alta Fr), compaiono più precocemente, degli spikes delle fibre apicali (a bassa Fr.).

Dal loro sincronismo, le fibre ad alta Fr. contribuiscono in maniera più efficaci al PA dell’intero nervo e alla risposta evocata uditiva del tronco encefalo(ABR), di quanto non fanno le fibre a bassa Fr.

Il click a larga banda del PA, riflette l’attività della fibra ad alta Fr.ed è pertanto generatrice più efficace di quelli a bassa Fr.

La perdita uditiva ad alta Fr. prolunga la latenza della N1, così come la risposta evocata del tronco encefalo,mentre la perdita uditiva sulle basse Fr. non ha effetti sulla latenza del PA  e sul la I° dell’ABR.

La risposta del MC(microfonico cocleare) segue la forma dell’onda della vibrazione della membrana basilare, esso inverte la polarità quando quella del click viene invertita, mentre per il PS non avviene.

Nel testare l’idrope endolinfatica nella M.di Menière,il rapporto SP-AP è una misura importante.

Molti autori suggeriscono che un valore superiore al 35% corrisponda ad una anormale aumento della pressione e che l’SP è l’indicatore più affidabile dell’idrope.

L’onda N1 dell’ecogh è l’equivalente dell’onda I dell’ABR.

La differenza principale tra le due concerne la distanza che separa  l’elettrodo dal luogo d’origine dell’AP.

Le differenze nel posizionamento degli elettrodi nelle due tecniche,è altresì responsabile della modesta differenza di latenza tra l’onda N1 dell’Ecog  e l’onda I dell’ABR.

In effetti l’onda N1 corrisponde all’attività del nervo acustico all’entrata del condotto uditivo interno(cioè alla periferia),mentre l’onda I dell’ABR, riflette l’attività del nervo all’uscita del condotto uditivo interno(cioe’ nella sua parte centrale).Questo è il motivo per cui la latenza dell’onda N1 è inferiore di circa 0,2 ms rispetto alla I onda dell’ABR.

Lo scarto corrisponde alla propagazione degli impulsi nervosi lungo il nervo acustico(Dauman et al.,1988)

L’onda N1, generata da un click di forte intensità, è caratterizzata da valori di latenza minimi (circa 1,5 ms) e da una massima ampiezza (misurata picco-picco)che può raggiungere anche valori di 50- 70 micronvolt.

Ad intensità più basse,si osserva contemporaneamente un aumento della latenza N1 ed una diminuzione della sua ampiezza fino alla sua soglia.Queste variazioni sono in funzione dell’intensità o curve ingresso uscita(Aran,1971;Eggermont1976).

La curva delle ampiezze presenta spesso un andamento costante alle medie intensità.

La curva dell’ampiezza della V dell’ABR (Picton 1978)presenta molte analogie con quella dell’onda N1 dell’Ecogh.

Per quanto riguarda l’ampiezza,si ritiene  che il numero di fibre nervose eccitate, aumenti all’aumentare dell’intensità sonora,ma l’ampiezza della N1 dipende anche dal grado di sincronizzazione e quindi dal tipo di stimolo utilizzato.

Si ritiene, che alle alte intensità, la risposta al click provenga essenzialmente dalla base della coclea.

In queste regioni,per ragioni anatomo fisiologiche,la sincronizzazione delle risposte unitarie è migliore.Da ricordare che queste regioni sono le prime ad essere eccitate dalla perturbazione idrodinamica che si propaga  lungo la coclea.

A mano a mano che l’intensità decresce ,la zona cocleare che contribuisce maggiormente alla risposta globale tende a spostarsi verso le frequenze alle quali l’orecchio umano è più sensibile,cioè la regione intorno alle Fr.medie e basse.

E quindi sarà maggiore il ritardo nell’eccitazione delle fibre con maggiore la latenza dell’AP.

Oltre a questo ritardo ,definito ritardo di propagazione del click,lungo la membrana basilare,altri fattori contribuiscono a ritardare la risposta globale,in particolare il ritardo sinaptico che diventa significativo al diminuire dell’intensità.

Dopo l’onda N1,si osserva frequentemente una seconda onda negativa detta N2,ritardata dalla prima di circa 1 ms.

Sembra che sia da mettere in relazione a tre distinti fenomeni:risposte ripetute del nervo acustico;contributo delle zone a bassa Fr.aventi un ritardo maggiore;contributo del nucleo cocleare.

Oltre a risposte al click,altrettanto buona è la risposta al tone pip per le Fr.alte(4 e 8KHz).

In genere, non è necessario ricorrere a più ripetizioni per ottenere una risposta sufficientiemente affidabile.

Per le Fr.basse,la sincronizzazione è meno buona.

Infine il tone burst è utilizzato per misurare con accuratezza l’SP e per distinguerlo dall’AP,operazioni non sempre semplici con il click e tone pip.

L’ampiezza della risposta,nel tone burst, viene misurata come differenza tra la linea di base(prima dell’invio dello stimolo) ed il tratto pressochè costante della risposta.Tale tratto,nel quale SP è perfettamente stabile,corrispone a circa 10ms.

L’ecog nel soggetto normale:

alla massima intensità intensità di stimolazione,utilizzando come stimolo un click ,il tracciato assume una configurazione caratterizzata da tre picchi positivi(P1,P2,P3 ) e due picchi negativi(N1,N2).

Il potenziale di sommazione viene solitamente identificato come una piccola deflessione della branca discendente della onda N1.

Quindi diminuendo l’intensità di stimolazione  aumenta la latenza del PA,mentre si evidenzia bene il PS.

A 50-60 dB HL,la N1  non è più visibile,mentre la N2 rimane visibile fino a circa 10-15dB HL.Il PS è visibile fino a circa 60-70 dB HL.

L’onda P2 non supera di solito in ampiezza la N1.

PARAMETRO IMPORTANTE E’ IL RAPPORTO D’AMPIEZZA TRA SP ED AP,CHE SECONDO LA NOSTRA NORMATIVA  E’NORMALE FINO A CIRCA IL 35%.

E’ evidente che, diminuendo l’intensità dello stimolo, aumenta la latenza e diminuisce l’ampiezza del complesso SP-AP. Si può notare che diminuendo l’intensità dello stimolo ,appare più riconoscibile il SP.(indicato dalla freccia nera)

VARIANTI DI RISPOSTA

IN ALCUNI CASI, OLTRE AL RAPPORTO SP/AP E’ IMPORTANTE ATTENZIONARE LA MORFOLOGIA DELLA RISPOSTA. NON SEMPRE L’SP E’ VISIBILE SULLA PARTE DISCENDENTE,PER CUI E’ IMPORTANTE CERCARLA SULLA RAMPA ASCENDENTE.

In alcuni casi appare difficile inserire l’SP.

Spesso il retest ci permette di dirimere il dubbio. Infatti,diminuendo  l’intensità dello stimolo, si evidenzia meglio l’incisura che precede la gobba.

APPLICAZIONE CLINICA DELL’ECOG NELLA MALATTIA DI MENIERE.

QUELLO CHE VIENE CALCOLATO NELLA MALATTIA DI MENIERE E’ IL POTENZIALE DI  SOMMAZIONE,CHE COME EVIDENZIATO DALLE FRECCE E’ AUMENTATO,  SOPRATTUTTO ,COME OSSERVATO DA Eggermont(1976),DURANTE LA FASE DI FLUTTUAZIONE DELLA PERDITA D’UDITO,E COME SPESSO OSSERVATO NEI NOSTRI PAZIENTI.

SECONDO LO STESSO AUTORE ,QUANDO COMPARE  LA PERDITA FISSA DELL’UDITO,IL PS DIMINUISCE,E CIO’ INDICA UNA PERDITA DELLE CELLULE CILIATE ESTERNE E RARAMENTE DELLE INTERNE.

LA PERSISTENZA DI QUESTE ULTIME, CI PERMETTE D’APPLICARE LA PROTESI ACUSTICA.

QUINDI LA MISURAZIONE DEL PS, PUO’ ESSERE UN’INDICE  DI REVERSIBILITA’ DELLA PERDITA UDITIVA NELLA  MENIERE.

NELLA MAGGIOR PARTE DEI PAZIENTI DA NOI OSSERVATI,IL PA ASSUME UN ASPETTO ALLARGATO,PER L’AUMENTO DELLA COMPONENTE NEGATIVA DEL PS, ATTEGGIAMENTO A DOPPIA W.TIPICO DELLA M.DI MENIERE.(vedi avanti i tracciati)

Una ulteriore testimonianza a favore dell’ipotesi che l’allargamento del potenziale di sommazione è correlato in maniera specifica all’idrope endolinfatica,è suffragata dal fatto, che dopo terapia con cortisone urea ed acetazolamide,l’drope si riduce con normalizzazione del rapporto SP/AP.Tutto ciò lo vedremo avanti.

ACCORGIMENTI.

Alcune volte è diffilcotoso trovare la base line( BL).In questo caso è opportuno fare un retest. In alcuni casi il tracciato può non evidenziarsi per mal posizionamento dell’elettrodo.Nel caso descritto in basso è possibile osservare come un movimento del paziente od un colpo di tosse,può spostare l’elettrodo.

SPOSTAMENTO DELL’ELETTRODO DURANTE LA STIMOLAZIONE E DOPO SISTEMAZIONE.

CHIARA IDROPE ENDOLINFATICA

NELLA MALATTIA DI MENIERE,SPESSO NEI CASI CON SINTOMATOLOGIA SOGGETTIVA LARVATA O DOVE NON E’ DISPONIBILE UNA DOCUMENTAZIONE  AUDIOMETRICA STORICA, E’DIRIMENTE  L’ESAME ECOG, AI FINI DELLA CONFERMA DEL SOSPETTO.

LO STESSO DICASI PER LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE  CON LA VERTIGINE EMICRANICA.

NUOVA METODOLOGIA DEL CALCOLO DELL’IDROPE

OGGI,OLTRE AL PARAMETRO DELLA VALUTAZIONE DELL’IDROPE: BS-SP-AP, UN NUOVO METODO DI CONVALIDA DELL’IDROPE,E’ IL CALCOLO DELL’AREA AP1-AP2-AP.

L’ECOG,RISULTA ALTRETTANTO UTILE NEL DIRIMERE DUBBI DIAGNOSTICI NELLE SORDITA’ IMPROVVISE, DOVE LA TIPOLOGIA DEL TRACCIATO CI INDICA  LA PRESENZA O MENO DI IDROPE.

Nell’ipoacusia neurosensoriale,da trauma acustico o da presbiacusia,dove non c’è idrope endolinfatica,è possibile non osservare l’SP.In questi casi sede elettiva del danno,è il giro basale della chiocciola con coinvolgimento delle cellule ciliate esterne.

Il grafico evidenzia una difasicità del tracciato,con interessamento anche delle residue cellule ciliate interne,con un’ampia onda P2.uguale in ampiezza alla N1.

CONCLUSIONI

La metodica ecog, ha messo in luce negli ultimi anni, reperti di rilevante importanza diagnostica e prognostica, soprattutto per quanto riguarda la condizione idropica e i casi di sordità improvvisa  e nella diagnostica differenziale della vertigine emicranica ad esordio “menierico”

Va considerato comunque,  che questa metodica non invasiva, offre attualmente quella sensibilità che richiedono le gravi ipoacusie.

Alla luce di quanto descritto ,penso che all’ecog vada riconosciuto un giusto peso ed importanza nella valutazione del paziente affetto da ipoacusia neurosensoriale e che la tecnica peritimpanica vada promossa, nonostante la diffidenza di molti,e trovi sempre nell’interesse del paziente, una vasta e sempre più frequente indicazione.

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