Sebbene la Malattia di Ménière sia considerata una condizione multifattoriale ben definita, il ruolo eziopatogenetico dell’atopia è a nostro avviso poco considerato. L’ipotesi che una dieta priva di alcuni cibi e non la classica dieta iposodica potessero condizionare le crisi nel soggetto affetto da Malattia di Meniere risale al 1923 pubblicata da Duke W. (Duke W. Meniere’s syndrome caused by allergy. JAMA 1923;81:2179–82).
Nel 1972, Bryan WT riprese l’utilizzo di una dieta con eliminazione mirata di alcuni alimenti con beneficio (Bryan WT, Bryan MP. Clinical examples of resolution of some idiopathic and otherchronic disease by careful allergic management. Laryngoscope 1972;82:1231–8.)
Successivamente, altri autori riportarono un miglioramento dei sintomi vestibolari con una dieta di eliminazione generica o specifica e confermarono la connessione tra allergia agli alimenti e la Malattia di Ménière con la prova clinica che l’effetto dell’evitare l’agente scatenante potrebbe prevenire una reazione immunomediata a livello dell’orecchio interno.
Recentemente, uno studio svolto presso l’Audiologia del Policlinico di Milano ha evidenziato che i pazienti con Malattia di Ménière sintomatici hanno un’alterata permeabilità intestinale dimostrata con un test dei due zuccheri e con il dosaggio della calprotectina fecale. L’alterata permeabilità intestinale può essere la causa o l’effetto di questa alterata condizione iperergica agli alimenti ed è meritevole di ulteriori studi.
Un grazie particolare alla nostra amica e esperta della problematica, la dottoressa Federica Di Berardino per aver voluto condividere con noi i suoi studi.
Intestinal permeability and Ménière’s disease
Although Ménière’s disease is considered a well-defined multifactorial condition, the etiopathogenetic role of atopy is, in our opinion, little considered. The hypothesis that a diet devoid of certain foods, and not the classic hypododic diet, could condition the crises in the subject suffering from Meniere’s Disease dates back to 1923 published by Duke W. (Duke W. Meniere’s syndrome caused by allergy. 81: 2179-82).
In 1972, Bryan WT resumed the use of a targeted elimination diet on some beneficial foods (Bryan WT, Bryan MP, Clinical examples of resolution of some idiopathic and otherchronic disease by careful allergic management.) Laryngoscope 1972; 82: 1231-8 .)
Later, other authors reported improvement of vestibular symptoms with a general or specific elimination diet, and confirmed the connection between food allergy and Ménière’s disease with clinical evidence that the effect of avoiding the triggering agent could prevent a immune reaction in the inner ear.
Recently, a study carried out at the Audiology of the Policlinico of Milan showed that patients with symptomatic Ménière’s disease have an altered intestinal permeability demonstrated with a test of the two sugars and with the dosage of fecal calprotectin. The altered intestinal permeability may be the cause or effect of this altered hyperergic condition in food and is worthy of further study.
A special thanks to our friend and expert on this issue, Dr. Federica Di Berardino for having wanted to share her studies with us.
Click here to download the whole article.
- 1. – Luxford E, Berliner KI, Lee J, et al. Dietary modification as adjunct treatment in Ménière’s disease: patient willingness and ability to comply. Otol Neurotol 2013; 34(8):1438–43.
- 2. – Derebery JM, Berliner KI. Allergy and its relation to Meniere’s disease. Otolaryngol Clin North Am 2010;43:1047–58.
- 3. – Wu H, Gao Z. Vertigo with dysautonomia and serious allergy: an unusual case of juvenile Ménière’s disease. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 2015;79(12):2438–41.
- 4. – Di Berardino F, Filipponi E, Alpini D, et al. Ménière disease and gluten sensitivity: recovery after a gluten-free diet. Am J Otolaryngol 2013;34(4):355–6.
Grazie Federica per l’articolo .Abbiamo parlato spesso delle nostre esperienze in merito alle intolleranze alimentari e loro correlazione con la M.Menière e la vertigine emicranica.
A tutt’oggi siamo gli unici a parlarne.Da tempo nei miei pazienti utilizzo diete che limitano l’intake d’istamina.
La mia esperienza è che buona parte di questi pazienti sono allergici .Una percentuale inferiore mostra una intolleranza alimentare all’istamina non documentabile, perchè non IgE mediata e quindi una reattività alimentare abnorme che va riequilibrata.In questi soggetti ho ricercato la caprotectina ,marcatore d’infiammazione intestinale , la proteina cationica eosinofila(PCE).Quest’ultima non è sempre aumentata. Essa origina da una attivazione delle IgE ,depositate sugli eosinofili con gli antigeni.
.Il dosaggio sierico consente di valutare: l’entità della infiammazione in atto ,lo stato della attività della malattia ,gli effetti della dieta e della terapia.Quindi, quando presente,ci consente di monitorare l’intolleranza, e variare la terapia.
.Nell’ultimo periodo sto cercando di valutare un elemento in più e cioè il dosaggio della zonulina fecale e sierica,una proteina che interviene nelle tight junctions,quindi regolatore delle giunzione strette,controllandone, la dimensione degli spazi tra le cellule intestinali:
Sicuramente insieme alle aquaporine ,regola il passaggio di sostanze nutritive ,acqua e cellule dentro e fuori l’intestino.In presenza di zonulina le giunzioni strette rimangono aperte,con danneggiamento della parete intestinale che viene coinvolta in una serie di patologie autoimmuni.
Spero che anche tu possa intraprendere questo percorso.
Alla fine ,anche se controcorrente ,i nostri pazienti stanno bene .E’ questa la cosa più importante.